Friday, July 18, 2008

Della via del creatore

Pubblico oggi uno degli estratti secondo me piu' significativi di tutta la filosofia Nietzscheana e della filosofia in generale...
Inconprensibile ai piu', eresia per altri, a mio modesto parere "Della via del creatore" da "Cosi parlo' Zarathustra" rappresenta una tappa inevitabile per chiunque si approcci alla conoscenza del mondo con occhi puri.


"Vuoi tu, fratello mio, ritirarti in solitudine? Vuoi tu cercare da te stesso la via? Indugia ancora un poco e ascoltami.
'Chi cerca, perde facilmente se stesso. Ogni isolamento è colpa': così parla la massa. E tu appartieni da lungo tempo alla massa.
La voce della massa risuonerà ancora in te. E quando tu dirai: 'Io non sono più una sola coscienza con voi', le tue parole risuoneranno come un lamento e un dolore.
Vedi, questo tuo dolore lo generò la coscienza una: e l'ultimo barlume di questa coscienza brilla ancora sulla tua malinconia.
Ma tu vuoi andare per la via della tua malinconia, che è la via verso te stesso? Mostrami dunque il tuo diritto e la tua forza.
Sei tu una nuova forza e un nuovo diritto? Un moto primario? Una ruota che gira da sé? Puoi anche forzare gli astri a fare perno intorno a te?
Ah, è tanta la cupidigia delle tue altitudini! Tanto lo spasimo degli ambiziosi! Dimostrami che non sei cupido e ambizioso!
Ah, vi sono tanti altri pensieri che non fanno niente più di un mantice: soffiano e rendono sempre più vuoti.
Tu ti dici libero? Voglio udire da te il tuo pensiero dominante e non che tu sei sfuggito da un giogo.
Sei poi tu tale, da avere il diritto di sfuggire al giogo? Vi sono taluni che gettano via la loro ultima opera, e con essa la loro servitù.
Libero da che cosa? Che importa ciò a Zarathustra! Chiaro me lo deve dire il tuo occhio: libero a che scopo?
Puoi tu dare a te stesso il tuo male e il tuo bene e appendere sopra te stesso la tua volontà come una legge? Puoi tu essere giudice di te stesso e vendicatore della tua legge?
È terribile l'essere solo con il giudice e il vendicatore della propria legge. Così è lanciato un astro nel desolato spazio e nel gelido alito della solitudine.
Oggi tu soffri ancora a causa dei molti, tu, l'uno: oggi tu hai ancora tutto il tuo coraggio e le tue speranze.
Ma un giorno l'isolamento ti renderà stanco, un giorno il tuo orgoglio ti piegherà e il tuo coraggio si sgretolerà. Allora tu griderai: 'Io sono solo!'
Un giorno tu non vedrai più la tua altezza e sentirai troppo vicino quanto in te è basso; la tua stessa sublimità ti farà paura come un fantasma. Allora tu griderai: 'Tutto è falso!'
Vi sono sentimenti che cercano di uccidere il solitario; se non vi riescono, sono condannati a morire! Ma tu sapresti essere un assassino?
Tu conosci bene, fratello mio, la parola 'disprezzo'. E l'angoscia della tua giustizia, del dover essere giusto verso coloro che ti disprezzano?
Tu costringi molti a mutare opinione nei tuoi riguardi; di ciò ti fanno gran carico. Tu sei giunto loro vicino, ma sei passato oltre: non te lo perdoneranno mai.
Sei passato oltre: ma quanto più tu sali in alto, tanto più piccolo l'occhio dell'invidia ti vede. Il trasvolatore è odiato più di tutti.
'Come volevate essere giusti con me!' tu devi dire. 'Io eleggo la vostra ingiustizia come la parte che mi spetta!'
Ingiustizia e sudiciume essi vomitano sul solitario: ma, fratello mio, se tu vuoi essere un astro, non devi per questo meno illuminarli!
E guardati poi dai buoni e dai giusti! Ben volentieri essi crocifiggono quelli che si trovano da se stessi le proprie virtù; odiano il solitario.
Guardati anche dal santo candore! Tutto ciò che non è ingenuo, gli appare profano; gioca anche volentieri con il fuoco, con i roghi.
E guardati altresì dagli attacchi del tuo amore! Troppo velocemente il solitario stende la mano a chi incontra.
A certi uomini tu non devi dare la mano, ma solo la zampa: e io voglio che la tua zampa abbia anche gli artigli.
Ma il peggior nemico che tu puoi incontrare, sei sempre tu stesso; tu stesso sei, che stai in agguato nelle caverne e nelle foreste.
Solitario, tu percorri la via verso te stesso! E la via passa davanti a te stesso, e ai tuoi sette demoni!
A te stesso sembrerai eretico e indovino e folle e scettico e profano e cattivo.
Tu devi essere pronto a bruciare nella tua stessa fiamma: come ti puoi rinnovare se prima non ritorni cenere?
Solitario, tu percorri la via del creatore: un dio tu vuoi crearti dai tuoi sette demoni!
Solitario, tu percorri la via dell'amante: tu ami te stesso e perciò ti disprezzi, come sanno disprezzare gli amanti.
L'amante vuole creare, perché disprezza! Che cosa sa dell'amore, chi non ha dovuto mai disprezzare ciò che amava!
Con il tuo amore e con la tua creazione vai verso il tuo isolamento, fratello mio; più tardi la giustizia ti verrà dietro zoppicando.
Con le mie lacrime vai verso il tuo isolamento, fratello mio. Io amo colui che vuole creare oltre se stesso e così perisce."
Così parlò Zarathustra.

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