Tuesday, July 12, 2005

Terra di Nessuno.

Pogiolo. Alzo lo sguardo. Rosso come il fuoco maestoso ma docile si mostra innanzi a me in tutto il suo abbagliante potere. Tramonto. E subito mi perdo nei miei pensieri. Quel piccolo pezzetto di giornata che separa il giorno dalla notte. Il fatto dall' ancora da fare. Il vero dai sogni. Crocevia per una dimensione onirica della quale ogni uomo ha bisogno. Terra di nessuno. Da una parte la realta' vera a cruda. Il presente. Dall' altra parte un realta tutta nuova. Migliore per forza. Il futuro. Proprio un terra di nessuno. Vedo ora la sagoma scura e incerta di un uccello attraversare lo spettacolo. Chissa' se quell' insulso pennuto sa di star attraversando una terra di nessuno. Insomma dico io! Io sto qua, i miei sogni stanno la e tu con che autorita' vi passi in mezzo. L' uccellino si posa su un alberello. Prendo la mia carabina. Prendo la mira. Puff. Uccello eliminato. Dopotutto per i sogni qualche sacrificio bisogna pur farlo. Guarda invece quella lucertola come se ne sta li su quella pietra ad assaporare l' ultimo sole. Come me piu' o meno. Rispetto quella lucertola. Ehi, c'e' anche un gatto. Gnam. Il gatto ha preso in bocca la lucetola. Lucertola eliminata. Il gatto, non guardava il tramonto come la lucertola. Ma la lucertola era per lui il crocevia per un futuro migliore. Con meno fame. E quindi gnam. La lucertola mi stava simpatica ma rispetto quel gatto. Rispetto quel gatto ma se solo provasse ad entrare nella mia terra di nessuno la mia fida carabina avrebbe trovato una nuova ragione di esistere. E' curiso come il motivo di essere di qualcosa sia allo stesso tempo la causa del non essere di molte altre. La carabina esiste per non far esistere le cose a cui sparo. Ma e' giusto cosi. Il mondo di un uomo o di un gatto o di una lucertola e' tutto qui. Ci sei tu, il tuo futuro e la tua terra di nessuno. E guai a mettersi in mezzo. Mi volto e rientro in cucina. Eccoli li, ancora li per terra immobili in una pozanghera di sangue. Gli volevo bene. Ma non avevano capito questa storiella della terra di nessuno. E allora cribbio dico io, meritavano la morte. Bum Bum. Ciao Mamma. Ciao papa'. Un ostacolo in meno nella mia terra di nessuno. Quello che ho fatto non e' ne giusto ne sbagliato. E solo l' espressione di un opinione. Ma riconosco che loro a loro modo mi volevano bene. Questo e vero. E allora quel che e' giusto e' giusto. Prendo la carabina. Prendo la mira. Bum. Mi sparo nella gamba poco sopra il ginocchio. Adesso siamo pari giusto?? Ne esce pero di sangue. Un po' troppo forse. Scorre a fiotti rossi. Di un rosso piu' cupo del tramonto. Fa freddo ora. Era giusto il dolore, ma non merito la morte! Ho solo difeso il mio futuro, la mia terra di nessuno. Come il gatto. Come avrebbe voluto fare la lucertola. E invece fa sempre piu' freddo. Che inetto sono. Mi accascio cui a guardare la mia terra di nessuno. Che finisce. Il tramonto e' oramai quasi finito. Sono immobile, il mio sangue si mischia con quelo dei miei genitori. Forse per loro ero io il loro futuro, E cio che ho fatto ha violato la loro terra di nessuno. In questo caso forse meriterei questo. Non so. Io intanto me ne sto qui al freddo! Freddo.....freddo.....freddo....fred....ff.....! Puff!

1 Comments:

Blogger Arancia Rossa said...

Buona questa, devo ammetterlo.

1:38 AM  

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