Romeo e Giulietta (Verona, Teatro Romano, 23-07-08)
"Romeo e Giulietta", con la regia di Ferdinando Bruni, la cui prima e' andata in scena la sera del 23 luglio al teatro romano di Verona era forse tra gli eventi piu' attesi del festival Shakesperiano Veronese.
Una scenografia curata ma essenziale e' la prima cosa che si nota lanciando l'occhio sul palco e da gia' ad intendere il taglio che Bruni ha voluto dare all'opera, ovvero una rappresentazione molto fedele al testo originale, senza divagazioni o stravaganze, fatta di puro teatro, quello vero', fatto di parole e mimica facciale, nessuno show nello show.
La partenza e' un po' in sordina, non convincono soprattutto l'acustica, a tratti troppo flebile, e l'illuminazione della scena. Vi e' un chiaro intento di dare l'impressione dello scorrere del ore del giorno attraverso la luce, cio' non toglie pero' che a trati il palco rimanga avvolto da una fastidiosa semioscurita' all'interno della quale gli attori recitano nell'ombra.
Poi pero' lo spettacolo sembra ingranare e salgono in cattedra gli attori, tra i quali a mio avviso notiamo le prove egregie di Giancarlo Previati, credibile nei panni del padre di Giulietta, Federica Castellini, incarnante una romantica ma attuale Giulietta e Edoardo Ribatto che, nei panni di Mercuzio, personaggio pensato per portare pepe sulla scena, appare sempre naturale e mai forzato, nonostante alcune parti "nervose" sel suo copione.
La mano del regista e' ben visibile nel tentativo di attualizzare l'interpretazione dell'opera, sia con espliciti e talvolta eccessivi riferimenti sessuali (comunque presenti sul testo originale), sia con il taglio dato al personaggio di Giulietta, si ragazza di infinita dolcezza e romanticismo, ma priva di quel languore e quella purezza originaria che ad esempio possiamo cogliere nel sempreverde cinematografico "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli, con una incantevole interpretazione di Giulietta da parte di Olivia Hussey.
Nel complesso e' un opera compassata ma godibile, che dice quel che deve dire e lo dice bene, ma non chiede niente di piu' a se stessa, fatta per essere apprezzata da tutti, intento nel quale riesce egregiamente.
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