Vite nel buio
( I )
In una notte settebrina
ti vidi la prima volta
ammirandoti da nell' auto la cabina
scorgevo la tua gonna corta
e ignorando ogni etichetta di sorta
pensai subito: e' carina!
Nemmeno un nome avevi
e non faceva un gran scalpore
dato il lavoro che facevi,
tu vendevi amore,
un amore che rima con dolore,
lo scrutavo nelle tue movenze lievi..
"Dio bon che figa!"
"Che botta ghe daria!".
Tali frasi di rozza lega
uscivano da quelli cui ero in compagnia,
invece io ti sentivo gia' mia
ma di un bene che uno nega..
essi mai avrebbero veduto
cio' che io vedevo
cioe' un corpo profanato
che nello sconforto cerca solievo
ma io credevo, io sapevo
nell' animo era rimasto immacolato.
( II )
Sotto l' artificiale ombra di un distributore
il tuo prossimo stupratore a pagamento aspettavi,
passeggiando le gambe ben tornite esibivi
fin quando si avvicinava un ignaro violentatore
per te di lui bavoso sentivo gia' il fetore
ma tu eri forte: non piangevi!
I tuoi azzurri grandi occhi gridavano: aiuto
il cliente chiedeva invece solo sesso
ma per tale gente ogni silasciato e' perduto
e nel tuo mestiere non esiste compromesso
se non di nuovo il proprio corpo aver ceduto
vittima di un infame rudimentale amplesso..
in pieno inverno eravamo allora,
un notturno tagliente freddo imperversava
e quella gonna...di certo non copriva,
io provava e poi provava ancora
a sentire quel che la fuori si sentiva:
sempre gelo e solitudine, ad ogni ora..
piu' ti vedevo, piu' di guardavo dentro
vedendo una ragazza di eta' simile alla mia
e cio mi provocavo un tal sgomento
che subito dicevo: andiamo via.
Poi subito andavamo lasciandoti in balia
del tuo personale viscido tormento.
( III )
Accanto a te una collega esercitava cheta,
esperte e bionda, memore di molti inverni
sitanti che lei definirebbe forse eterni
ed infatti la vedevi bella ma appassita
ormai stanca e docile agli scherni
dei clienti tutti, dal vecchio all' appena in vita..
talvolta passavamo e invece tu non c' eri
e pur sapendo non volevo immaginare
dove invece eri
ti pensavo quindi nel tuo letto a dormire,
cosi come conviene a una ragazza a quelle ore,
che sogna e felice ricorda il proprio ieri..
il meraviglioso duemila d' occidente:
"Tu che sai fare?""Niente, ma ho voglia d' imparare!"
"E che diploma hai?""La quinta elementare!"
"Vai sul marciapiede, non sai fare niente!"
ed allora interverrei io prepotente
e al mondo urlerei: lasciale stare!
se avessi la bacchetta dal fatato tocco
(legalizzerei il sogno) ti cambierei la vita
e di ogni per te cosa farei balocco,
ti inviterei al ballo ben vestita,
m' intratterrei con te con moderazione ardita
e t' accompagnerei a casa prima dell' ultimo rintocco!
(IV)
Nel mio letto immaginavo te,
cogliendo una persona da salvare
poi pensavo a ciò che ci buono c' è
concludendo che tutto il mondo sa da salvare
e tu non resteresti che una goccia in un gran mare;
in ogni caso io non ho doti da Mosè
a tuo confronto mi sentivo fortunato
ma perdevo ogni speranza
vendendo uno splendido fiore del creato
senza petali, calpestato ed umiliato,
questa è la vera indecenza:
il mondo, e la sua indifferenza!
Ora è vuoto quel distributore
mancavi già da quella nuova primavera
passando non ti vedemmo più la sera
e nel mio petto esplose sordo un dolore,
quindi mi chiusi nella speranza fin troppo mera
che fosse giunto (finalmente) un ignoto salvatore.
E qui mi fermo, senza un lieto fine
come il vostro (nostro) mondo gente,
al giusto non piu' incline,
d'ipocrisia sommerso, retto da false rime;
in cerca di un nuovo credibile onnipotente,
colui che poteva tutto, ma ora non puo' niente.
(....)
1 Comments:
Potresti avermi inculcato una bella storia da narrare... il soggetto non e' niente male, per il resto viene da se'... ai prossimi sviluppi
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