Genesi di una fine
Prima o poi, presto o tardi gli si sono aperti gli occhi.
E’ un sottoprodotto.
Evoluto.
Istruito.
Ma pur sempre un sottoprodotto.
Sottoprodotto di un mondo che ha un determinato sistema di vita, un certo sistema di valori. Ne buono ne cattivo. Ne giusto ne sbagliato. E’ come è.
Quei valori lui non li ha. Certe cose, naturali per quasi tutti, egli non le afferra, glie ne sfugge anche solo l’esistenza stessa.
Sistema di valori differente. Divergente. E più il tempo passa e più diverge.
Malriuscito. Malcresciuto. Malcresciuto. Lasciato libero di pensare troppo.
Nella lotta per il mondo gioca con le regole sbagliate, non ne conosce altre, e dunque perde sempre.
Sottoprodotto dunque.
Evoluto.
Istruito. Talvolta perfino utile.
Ma non competitivo.
Distante. Diverso. Apolide. Astratto. Extraterrestre. Non persona. Scartato. Superfluo. Ai margini.
Cieco di fronte ad un gap che ogni altro vede tranne egli stesso. Un gap incolmabile.
Incolmabile.
Ha capito troppo tardi. Non si può tornare indietro. Troppo tardi.
Non lo ha mai provato. Non lo prova. Non lo proverà mai. Perché il gap è il gap.
Ora s’inquadra. Ora riesce a darsi uno stereotipo.
E intuisce il suo destino.
Si tratta solo di aspettare che venga il coraggio di ultimarlo.
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