Friday, August 26, 2005

Memorie di un serial-killer mai pentito

Ho ucciso. Ma pago per colpe non mie, la notte intorno a me esalta questo mio credo.

Colgo il senso di un non senso, tutto ciò mi lascia disorientato e vuoto dentro.
Così è la transizione, il purgatorio (ma io mi chiedo, non è forse il purgatorio il peggiore degli inferni?!), senza un Dio o una motivazione.
Sento il vuoto dentro me, provo tutto e niente.
Cosa posso mai volere?
Amo forse.
Odio forse.
Nel silenzio della notte il nulla avanza in me con spaventosa fame.
L' uomo introduce nel fanciullo falsi valori, quando poi questi vengono traditi, cosa resta al fanciullo che s'è fatto a sua volta uomo?! Seguire la via del tradimento? Rispettare gli ideali insegnatigli, giocando così al gioco del mondo con il freno a mano tirato?
Queste due o ripartire da zero! Inizialmente credendo in nulla.
Ma non è facile edificare soli una città della quale si possa anche andar fieri. Non voglio amare finchè la mia città non sarà eretta. Non voglio odiare finche la mia città non sarà eretta. Ed amerò ed odierò solo nella mia città.
Odio però il mondo perchè mi ha tradito. Diffido del prossimo perchè egli è espresione del mondo. Odio il mondo perchè quelli bravi finiscono sempre ultimi.
Ma più di ogni altra cosa, odio me stesso.
Quel me stesso che è fiero di non aver tradito, quel me stesso che è fiero di rimanere 'bravo' anche se in ultima fila, come se la giustizia fosse uno strumento non arbitrario e assoluto.
Odio profondamente me stesso, perchè comprendo.
Ma non cambio. Ma non cambio. Ma non cambio.

La morte è un male necessario. Non ho brama di sangue. Ho solo distribuito piccole dosi di una giustizia insegnata e mai tradita.
E poi, cosa sono poche morti a confronto di un mondo corrotto?!