Thursday, August 07, 2008

Genesi di una fine

Prima o poi, presto o tardi gli si sono aperti gli occhi.
E’ un sottoprodotto.
Evoluto.
Istruito.
Ma pur sempre un sottoprodotto.
Sottoprodotto di un mondo che ha un determinato sistema di vita, un certo sistema di valori. Ne buono ne cattivo. Ne giusto ne sbagliato. E’ come è.
Quei valori lui non li ha. Certe cose, naturali per quasi tutti, egli non le afferra, glie ne sfugge anche solo l’esistenza stessa.
Sistema di valori differente. Divergente. E più il tempo passa e più diverge.
Malriuscito. Malcresciuto. Malcresciuto. Lasciato libero di pensare troppo.
Nella lotta per il mondo gioca con le regole sbagliate, non ne conosce altre, e dunque perde sempre.
Sottoprodotto dunque.
Evoluto.
Istruito. Talvolta perfino utile.
Ma non competitivo.
Distante. Diverso. Apolide. Astratto. Extraterrestre. Non persona. Scartato. Superfluo. Ai margini.
Cieco di fronte ad un gap che ogni altro vede tranne egli stesso. Un gap incolmabile.
Incolmabile.
Ha capito troppo tardi. Non si può tornare indietro. Troppo tardi.
Non lo ha mai provato. Non lo prova. Non lo proverà mai. Perché il gap è il gap.
Ora s’inquadra. Ora riesce a darsi uno stereotipo.
E intuisce il suo destino.
Si tratta solo di aspettare che venga il coraggio di ultimarlo.

Tuesday, August 05, 2008

Attimi

Io ti guardo e non ti vedo,
scavo nel tuo d'Ape viso:
laggiù ti scorgo
un solo istante,
evaso da un distratto Mirar Distante,
poi finisce
già è concluso
ma ora ho visto e qui mi credo
in ciò che hai dentro e che intuivo
ma che mai prima vedevo;
non ha nome ma ha un odore:
sa un po' di triste poesia;
io sorrido poco poco,
tu mi guardi e non lo sai
del traforo nel tuo viso;
chiedo scusa, metto a posto.
Camminiamo.
Come tre attimi fa...