Tuesday, September 12, 2006

L' assoluto, adesso.

Quale sara' la filosofia del futuro.
Cosa emergera' da questo secolo caotico che ha sancito in ogni dove la fine dell' assoluto.
Se vogliamo fare della teologia possiamo affermare gia' da tempo (e non sono certo io il
primo a farlo) che l' assoluto piu' antico e' morto, cioe' Dio.
Ci sono poi stati i grandi ideali, come il Marxismo, come il Nazionalismo, come in un
certo senso il mellifluo pacifismo odierno di certa gente, ma anche gli ideali hanno
fallito dimostrando che alla lunga non possono recitare il ruolo dell' assoluto.
Ci si dibatte cosi nel postmoderno, cioe' temporanei invaghimenti per l' uno o l' altro
pensiero, con la consapevolezza che qualsiasi cosa e' passeggiera e che l' assoluto non
puo' ceto essere rappresentato dall' ultima tendenza filosofica. Ci si cominicia quindi
a rendere conto che quest' assoluto forse non esiste ed invece di cercarlo stupidamente,
semplicemente si cerca di ovviare alla sua mancanza. In un periodo di simile caos culturale
la storia dell' arte ci insegna che e' naturale un ritorno al classico, sarebbe quindi
plausibile un sorto di neoclassicismo sempre pero' con i crismi del postmoderno. Nel rifugiarsi
nella scienza non si trova comunque piu' sollievo, se in fisica le equazioni
della meccanica quantistica cozzano con quelle della teoria della relativita (speciale e generale)
e le nuovissime teorie delle stringhe e delle superstringhe non riescono a costruire un
amalgama convincente (che si chiamerebbe poi teoria del tutto, ndr), in matematica le antinomie
di Russell hanno portato un cataclismo inaspettato che ci ha portato stranamente a una
conclusione di carattere informatico: non esiste nessun macchina (computer) che sia in grado
di stabilire se un insieme sia produttivo o meno (cioe' appunto di interpretare l' antinomia),
cosa che invece l' uomo e' in grado di fare; tramonta cosi l' ipotesi di una creazione di un
intelligenza artificiale (intesa come 'coscienza artificiale') con la concezione di automa e
con le tecnologie odierne o futuribili...forse si potrebbe andare verso un integrazione
uomo-macchina ma, vogliate scusarmi, di Bioinformatica o Biorobotica non me ne intendo (ancora);
in ogni cosa sono entrabe agli albori del proprio sviluppo. Non c'e' posto dove si possa fuggire,
per chi cerca la via della conoscienza ogni muro ne
nasconde un piu' grosso. Non c'e' salvezza per chi decide di vivere. Brancoliamo nel buio
aspirando all' omniscienza, siamo ridicoli e non ce ne accorgiamo.