Friday, November 03, 2006

Tempo-Spazio

Sulla distanza. Sulla distanza hanno veramente scritto in tanti, forse in troppi. Recentemente si è scritto una volta di più, anche se stavolta non di troppo.
Conversazioni che ballano sul mondo. Con un universo tutto loro, ovattato eppur piacevole, la realtà intorno ne resta fuori, tutto è proteso all’ idilio che la pressione frenetica dei tasti proietta sulle ingenue nostre teste. Ologrammi mentali che si materializzano, verità che si svelano, citazioni che si inseguono, la scoperta del mondo dietro il mondo è li, a portata di click. Tutto è fantastico in quell’ universo senza tempo, senza spazio e senza regole.
Ma la realtà incombe tiranna a turbare la mistificata bolla di sapone.
Un minimo di pragmatismo è pur sempre necessario.
Possa io vivere eternamente in un immortale bianco e nero.
Possa io rivivere cento volte nella stessa scena dello stesso film.
Possa io incarnare il mio sogno e quello di qualcun altro sbattendomene del resto.
Possa io essere padrone della realtà asfissiante che mi sta intorno.
Qui non si hanno bacchette magiche. Sylvia non può sguazzare all’ infinito in quella fontana. Marcello prolungherebbe volentieri la pellicola verso un infinito esponenziale, ma deve pur sempre fare i conti col suo di mondo. Sul come Marcello vive. Su cosa può oggettivamente fare o non fare.
In ogni caso le distanze esistono. Tutte e subito. Amore Odio, Croce Delizia, Paradiso Inferno, Vita Morte, possibile non esistano vie di mezzo?! Se non altro temporanee. Se non altro provare almeno ad intravederle.
Possibile che il decorso sentimentale debba aver per forza un andamento esponenziale per poi saturarsi?!
Qui non si è dei vegetali. Nelle nelle nostre vene scorre pur sempre sangue. Nel nostro petto batte pur sempre un patetico cuore. Io la sento questa distanza, la sento questa mancanza, la sento questa assenza.
Non ci divertiamo a vedere Sylvia sanguinare, non ci divertiamo a sentirci odiati. Non proviamo gioia a far maldestramente scendere gelo su splendide orchidee mentre si cerca di ritardare un' inevitabile Hiroshima.
Ah come è distante ora il mondo delle idee. Come sono distanti di già le conversazioni gioiose. Io non voglio sia cosi.
Cosa si cerca? La fine di una vita estetica.
Cammino sul filo di personalità multiple difficili da far coesistere, basta un soffio per cadere è qui si è in mezzo ad un monsone.
Se fossi Dio inventerei uno stabilizzatore di emozioni, quello si che sarebbe un cosa utile, lo baratterai di gran carriera per il millantato libero arbitrio. Purtroppo Dio (quel bastardo) è in sciopero. Vediamo di arrangiarci.
E non sto bestemmiando, sto solo citando e constatando.
Se non siamo abbastanza forti, fucilateci.
Tempo al tempo. Impossibile? Lo capiamo. Noi per primi lo capiamo
Ed allora fucilateci.
Ma non voglio essere io a premere il grilletto.