Monday, June 27, 2005

Ed egli maledisse quel vinello traditore

Sarebbe fin troppo facile da parte dei soliti maligni dire che è stata una serata da far vomitare, vediamo quindi in dettaglio com si svolsero i fatti.
"Ciol, stasera nemo fora a festegiar el me 29!". Tutto iniziò cosi, con un aproposta innocente. Ecco quindi che alle 22:03 ci incontravamo per andare a far baldoria. C' era Pelle (il festeggiato), il Pan (lo zoppo), io (il giallo, come direbbe lo zoppo), una Xuan tutta ben agghindate (minimamente non sospettante dell' imminente fattaccio) e L' Orla, con una bottiglia di vino in mano: "Vuoi un goccio??".
E così tra un sorso io e tre Orla, un sorso la Xuan e altri tre Orla, arrivammo fino ad una piazzola di sosta dove il nostro Orla, già mezzo brillo, dette sfogo a quel fiume in piena che era la sua vescica; il nostro era si un po' incerto e barcollante, e per poco non si pisciò sulle scarpe, ma nessuno minimamente poteva sospettare dell' imminente tragedia gastrica che di li a poco si sarebbe scatenata in lui.
Arrivamo così al locale. Appena scesi dalla macchina il nostro, ancora agli albori di quell' epica sbronza, non poteva trattenere un barcollio che lo fece cascare irrimediabilmente a terra come un fesso. D' altronde era ben chiaro a tutti che la soglia del non ritorno era gia stata superata poco prima in auto, quando (tra un farnetichio e l' altro) aveva rivelato a tutti l' entità della sua segretissima password del PC.
Comunque, raccolto proditoriamente l' Orla sbronzo e sudato ci avviammo verso il locale.

Fu perso di vista quasi subito. Venne poi ritrovato dieci minuti dopo fuori seduto su una panchina in stato semi-comatoso.
Accompagnato al tavolo in nostro si piegò su di esso in posizione sofferente e meditante (oggetto: vomito o non vomito?). E chissà, forse il poverino avrebbe anche tenuto, forse c'e' l' avrebbe fatta, ma questo non lo sapremo mai. Certo è che a quel punto intervenne la Xuan che gli fece ingurgitare tre fatali sorsi di lemon soda! Di li in avanti fu la sagra del conato.
Il nostro quindi, preso dall' euforia del momento, penso ben di vomitare prima un pò davanti al bagno, poi (non ancora pago) in bagno, poi ancora davanti al bagno (su delle piastrelle pregiate e splendenti (ahiloro)), poi ancora in bagno e infine ancora fuori, il tutto tra le smorfie allibite e sconcertate degli occasionali sfortunati utenti di quel' ormai lercio bagno.
Le operazioni di vomito e rifiatamento in vista dalla seguente gettata occuparono il nostro per circa 45 minuti, durante i quali il sottoscritto ebbe il tempo di scompisciarsi dalle risate indiereggiando dietro a tanto fetore, alla Xuan di restare a di poco schifata e al Pan di annoiarsi. Invece al festeggiato fu riservato il compito più ambito: pulire cotanta straripante immondizia di cibo semidigerito! A proposito Pelle, grazie ancora, pirla!


Quando il nostro si fu ripreso (con somma gioia degli addettti alle pulizie il quel locale) ci avviammo verso casa; ma rimaneva un problema (a parte l' alito del nostro ristabilito ubriacone): dove pulire la maglietta sulla quale Orla aveva avuto l' accortezza di riversare buona parte del contenuto del suo stomaco?!? Si ovviò a questo problema sciacquando alla buona (o forse sarebbe meglio dire alla cazzo di cane!) l' indumento con dell' acqua naturale che la Xuan aveva fortunatamente con se.
Questo e mezzo chilo di mentine ci aiutarono a tornare a casa in condizioni semi-umane.
"Ma no, adesso stò bene!" diceva addiritura il poveretto che non ancora ben ricordava tutto l' accaduto.
Tranquillo Orla, a farti ricordare tutto ci penserò io. Di qui fino al 2037 almeno. Non passerà giorno senza che tu non dovrai portare questa croce. Ah ah ah. Contaci!!

Thursday, June 09, 2005

Castelli

Sono la cosa più magnifica che esista.
Sono eretti con assurda dedizione negli anni, curati nelle più piccole sfacciettature, definiti in ogni minimo dettaglio.
Ognuno ha una sua struttura propria. Possono essere grandi e principeschi, fiabeschi, piccoli e ridicoli, possono essere talmente mastodontici e imponenti da far addiritura paura. Chi vi vive e convinto che il suo sia sempre il migliore. Che la sua torre sia più alta di tutte le altre e che quindi riuscirà mirare più distante. Che le sue mura sono le più resistenti a qualsiasi tipo di assalto e allo stesso tempo le più belle e ricche di stile. Tutti sono convinti che il proprio sia una personale opera d'arte, progettato con un architettura talmente sopraffina da essere praticamente perfetto.
Al giorno d' oggi cose di questo genere si acquistano in stock. Si, dopo ognuno può sempre limarselo un po' da solo, ma il disegno generale è uguale per tutti. Cosi siamo tutti alla pari, giusto?
Che crepino tutti gli architetti!
E quando cadono, oh beh quando cadono allora se ne vedono proprio delle belle.
L' assurdo in terra. Sistemi di valori completamente bruciati.
Suore che bestemiano. Puttane che implorano pietà Assassini che piangono.
Idealisti che si uccidono. Uomini insignificanti senza un tetto tutti alla ricerca di un nuovo splendido castello, tutto nuovo, tutto diverso dal precedente.
E poi via felici, convinti che stavolta questo castello non crollerà. Che si farà tempo ad esalare l'ultimo respiro prima di accorgersi di aver vissuto nell' immondizia morale cucinata quel tanto che basta da farla sembrare vita.
Benedetti siano quei coraggiosi poveri che mirano i castelli dall' altra parte del loro fossato pieno di coccodrilli. Ne vedono pregi e difetti, ma mai si addentrano in uno solo di loro. Neanche se il ponte levatoio e giù. Neanche se la dama del castello ha già le gambe aperte ed affamate. Prenderanno si la pioggia. E la grandine. E la neve. E si ustioneranno al sole. Ma vedranno per sempre un cielo limpido sopra le loro teste e niente crollerà su di loro lasciandoli moribondi ed infelici.
Vivere la vita fuori dalla propria testa. Che splendido e stupido e onirico e agrotodolce pensiero. Un lusso che solo gli animali posso permettersi.

Wednesday, June 08, 2005

Parabola di un fui qualsiasi(ora)

Fino ad ora lo sospettavo fortemente ma credevo ci potessero essere delle eccezioni, ora ne sono certo! Non puo' esistere cio che io ho inteso per ......., troppo debole la natura umana per inseguire e perserverare verso un sogno. E se mai qualcuno avra' la forza di provarci non restera' che un goccia in un mare di lacrime nascoste sotto spessi strati di ipocrisia, costui sara' quindi costretto a convertirsi suo malgrado all' aridita' del mondo oppure vivere solitario nel proprio personale edificio mentale, fatto si di coraggio e verita', retto si dall' orgoglio di non essersi piegati al potere di una maggioranza insulsa e prepotente, un senso comune forviato, ma pur sempre un edificio da eremita' che rifiuta il mondo dolorosamente ma non ha il potere di cambiarlo!
Maledetto sia quel giorno in cui si puo' decidere di voler ragionare con la propria testa, di poter decidere se essere o non essere, di poter scegliere se cavalcare il libero arbitrio o leggerlo solo sui libri di filosofia, di voler credere oppure non credere. Maledetto sia quel giorno e cio che ad esso seguira'.
Voglio essere in catene a vita, lobotomizzatemi il cervello, vi prego, lasciatemi solo lo stretto indispensabile, con il tronco encefalico posso vivere tranquillamente e non mettermi in testa strane idee. Avro' i miei istinti elementari. Avro' i miei stimoli di base. Ma niente altro. Niente Giornate no. Niente congetture mirabolanti. Niente di tutto questo. Voglio essere anch' io schiavo felice di un meccanismo che non riesco a comprendere, voglio anch' io la mia gabbia d' oro. Lasciatemi libero di essere la creatura piu' insignificante del creato senza che io mi senta in colpa. Non voglio piu' essere burattino e burattinaio allo stesso tempo. Voglio che qualcuno tiri le fila per me.
Da domani voglio essere cosi! Esattamente cosi! Faro' solo discorsi superficiali. Non diro' mai veramente quello che penso. Non mi azzardero' paradossalmente neanche a pensarlo. Azzerero' ogni traccia di me in me. Vestiro' alla moda. Parlero' di quante sono belle quelle merdose scarpe di Gucci o Prada o che cazzo ne so, diro' quanto e' carina quella maglietta del cazzo di Dolce&Gabbana o Valentino, sbavero' per la macchina piu' potente che potro' permettermi, sognero' un giorno di comprarmi una fuoriserie dei miei coglioni, Desiderero' la donna meno schifosa che sembrera' cagarmi salvo poi piantarla per un offerta migliore, parlero' di cosa si fa sabato sera, di quanto era bello l' ultimo squallido locale di tendenza che anno aperto, cerchero di piazzare la mia lingua in bocca a quanti piu' esemplari femminili possibili per potermi poi vantare della mia vena di maschio ganzo e predatore, non mi guardero' mai allo specchio, invidiero' nel profondo del mio cuore chi ha piu' di me salvo poi diventare come lui qualora se ne presentasse l' occasione, schiaccero' chi e' piu' debole, piu' piccolo' o semplicemente piu' sincero, faro' del fatto di avere un villone stratosferico una Ferrari in garage e una moglie oca, pompinara e con due tette enormi il mio sogno. Odiero' la gente come me ora, perche' saranno gli unici in grado di mettermi a nudo. Ma fortunatamente saranno sempre una insignificante minoranza.
Ecco qua, direttamente dal centro della mia testa questo sara' il nuovo me stesso. Il prossimo ora vostro me stesso, il fui io ma poi ci ripensai. Non e' affatto difficile capire ora come sono fatto no?! Guardate la TV. Non leggete libri. Date retta al popolo bue. Rifiutate ogni opinione che non sia frase fatta! Tutto qua. Facile vero'?! Non e' affatto difficile capire come sono fatto ora.
Stronzi ipocriti vigliacchi e bastardi vi auguro di di restare strangolati tra le catene invisibili del vostro benessere immondo. Voi tutti. Dal primo all' ultimo! Volglio che non se ne salvi neanche uno!!
O tutto questo o il piu' assuluto nichilismo. Caro vecchio Nietzsche, alla fine hai sempre ragione tu!
Addio.